Archivi categoria: NEWS

Circolo “Tommaso Cornelio”

Da qui a giugno ci saranno almeno 5 iniziative di rilievo: *24 APRILE* presso Libreria Ubik di Cosenza, ore 18,00 Conferenza sugli _Albanesi_ in Calabria, con il Prof. Francesco Altimari, già Unical, *27 APRILE* presso Biblioteca di Lappano conferenza di Romilio Iusi su _don Luigi Magnelli_ a 100 anni dalla nascita. *27 MAGGIO* presso Libreria Ubik di Cosenza, ore 18,00 Discussione sul libro  _Gli Ebrei in Calabria_ di e con Vincenzo Villella. *10 GIUGNO* A Pianette di Rovito o a Cosenza, _La Cristianità è finita?_  Conferenza di don Michele Fortino, *6 oppure 13 oppure 21 GIUGNO* a Rovito oppure a Cosenza presentazione del libro di Giusy Staropoli Calafati su Corrado Alvaro. 

Free Library “Coriolano Martirano” al caffé Telesio

Martedì 15 aprile è stata ufficialmente inaugurata a Cosenza la nona Free Library dedicata alla Calabria.
Il suddetto presidio culturale si situa presso il Caffè Telesio, nel centro storico di Cosenza, all’interno di un’ elegante sala intitolata per l’occasione a “Coriolano Martirano”, scrittore e intellettuale cosentino che presso il Caffè Telesio era solito incontrare ogni mattina i propri amici dando vita a dei veri e propri ritrovi.

L’intitolazione dello spazio che ospita un ricco patrimonio librario, frutto di donazioni spontanee, ha attirato un folto pubblico e molti amici di Coriolano Martirano, tutti uniti nel ricordo sempre vivo dello scrittore. La serata è stata organizzata, con il sostegno del progetto Cosenza Città che legge 2025, dal Caffè Telesio unitamente all’ Associazione Confluenze, Presidente Francesca Daniele, all’ Associazione Erranze Letterarie, Presidente Veronica Longo Ferriolo e all’ Associazione Culturale Coriolano Martirano, Presidente Francesco Paolo Dodaro. A moderare la serata è stata Antonietta Cozza, socia di Erranze Letterarie nonché Delegata alla Cultura del Comune di Cosenza. Sono inoltre intervenuti il Vicesindaco di Cosenza Maria Locanto e il Consigliere con delega al Centro Storico Francesco Alimena per un indirizzo di saluti.

Tutto nasce da un progetto del Municipio Bruzio dal titolo “I libri che camminano. Le Free Library avamposti di resistenza culturale e civile” che, attraverso l’ incontro con l’Associazione Erranze Letterarie ha portato alla creazione di tante Free Library sparse per la città. In quella creata ieri sarà possibile lasciare libri e consultare quelli già presenti nell’ottica di un polo culturale aperto a tutti. Nel corso della partecipata manifestazione hanno preso la parola, oltre ai Presidenti delle realtà associative coinvolte, anche Assunta Morrone per l’Associazione Erranze Letterarie e Maria Cristina Parise in rappresentanza della famiglia Martirano. Rodolfo Perri, Annarita Femia, Marie-José D’alessandro, Brunella D’Angelo, tutti soci dell’Associazione Confluenze hanno curato delle letture scelte tratte da volumi selezionati per l’occasione. Molto apprezzato il dono da parte dell’avvocato e artista Giampiero Scola di un ritratto di Coriolano Martirano che è stato collocato sotto la targa recante il nome dell’intellettuale nella sala a lui dedicata. Come ricordato da Francesco Paolo Dodaro, Presidente dell’Associazione Culturale Coriolano Martirano, l’evento ha puntato sia alla commemorazione di un concittadino illustre sia alla salvaguardia della “Memoria dei luoghi e delle persone che in essi sono passati”, un elemento questo di basilare importanza per la storia cittadina che proprio dalle persone e dalle loro azioni, anche piccole e quotidiane, trae la propria essenza più vera.

I racconti degli artigiani – di Giuseppe Giraldi

Gli artigiani nella storia in un libro di Giuseppe Giraldi –  Servizio di Franco Bartucci

“I RACCONTI DEGLI ARTIGIANI – un viaggio nel tempo e nella storia”, è un libro di Giuseppe Giraldi, edito dalla Bartolina Edizioni Digitali, presentato nella sala  Tokyo del Museo del Presente di Rende, alla presenza di un folto pubblico attratto dal libro, ma soprattutto dall’autore, notissimo ed apprezzata figura nella città di Rende, sede dell’Università della Calabria, dove ha prestato fin quasi dalla sua apertura la propria attività lavorativa, ma assumendo negli anni, come socialista “doc”, varie funzioni sociali e politiche, cominciando da quella di segretario del sindacato interno della Uil, componente del  Consiglio di amministrazione dell’Università nell’anno accademico 1979/89, in rappresentanza degli studenti, e  negli anni 1999/2001 in Senato Accademico in rappresentanza del personale non docente. E’ stato finanche vice presidente del Cies (Centro di ingegneria economica e sociale), in rappresentanza della Regione Calabria, insieme al prof. Jaques Guenot, con presidente il prof. Francesco Del Monte; nonché assessore al Comune di Rende, con la delega al personale, servizi sociali, bilancio e programmazione, con Sindaco Franco Casciaro; successivamente con Sindaco Umberto Bernaudo è stato assessore con delega al Centro storico, pari opportunità, risparmio energetico e informazione.

Parlando con lui è facile carpirgli un giudizio su se stesso. Si considera, infatti, una formica operosa. “Se fossimo come le formiche – dice – non ci sarebbero più guerre, avremmo sconfitto la fame nel mondo e saremmo tutti felici”.

Entrato in quiescenza e abbandonati i vari impegni politici e sociali si è dedicato con passione nel dare sfogo ai suoi hobby preferiti come l’agricoltura, la pittura, la poesia e la scrittura, che trova una perfetta sintesi ammirevole, in questo terzo libro dedicato agli artigiani facendo e tracciando un quadro storico nel tempo, attraverso le varie epoche, di questa particolare figura professionale del mondo del lavoro. In questa escursione sulla figura del caro amico e compagno di lavoro Giuseppe Giraldi, Peppino per gli amici, non si possono non citare il suo primo libro che ha curato insieme a Carlo Vercillo nel completare un lavoro inedito lasciato incompiuto da Lunetto Vercillo, nel raccontare: “Rende nel ‘600”;  mentre il secondo ha come titolo: “Io e Arintha”.

A presentare il libro nel Museo del Presente, oltre all’autore, sono intervenuti: Matteo Olivieri, Franco Rubino, Ferruccio Stumpo, Nicola Basile, che non hanno fatto mancare le loro testimonianze ed analisi di valutazione sull’opera editoriale e sull’autore che ha saputo descrivere con competenza ed amore un mestiere entrato nella storia economica tra quelli di maggiore prestigio. Tutto ciò Giuseppe Giraldi lo ha raccontato fin dai suoi primordi dell’umanità ai nostri giorni.

Dal folto pubblico intervenuto alla manifestazione di presentazione del libro, che ha riempito tutti i posti a sedere della sala Tokio  del Museo del presente, abbiamo compreso oltre che l’interesse sui contenuti dell’opera editoriale un rapporto di stima ed amicizia verso il suo autore, confermando di essere in questo caso un cittadino “doc” di Rende, dopo quello di aver fatto parte di un partito socialista roccaforte del comune di Rende per effetto dell’influenza della famiglia Principe, padre e figlio, Francesco e Sandro, negli anni “d’oro”.

Entrando nei contenuti del libro scopriamo che in circa 170 pagine, con una introduzione e una lettera indirizzata a chi legge, a firma di Gigetto Carpanzano, acquisiamo consapevolezza storica e culturale della figura di artigiano da amare, rispettare per tradizione familiare e alta professionalità, parte integrante della società in ogni epoca. In questo percorso ci aiuta la sinossi collocata nelle ultime pagine del libro, che l’autore ha dedicato al padre, Antonio Giraldi, maestro  versatile e completo: contadino, carpentiere, muratore, idraulico, saldatore e impagliatore.

La prima parte inizia dall’assunto che non si può pensare di poter comprendere il futuro che ci attende e le incognite sottese all’avvento dell’intelligenza artificiale, senza prima conoscere il passato. Per questo motivo, si fa esporre, al responsabile di un’organizzazione di categoria, nel corso di un convegno sull’artigianato, una sintetica relazione sull’evoluzione umana nel tempo. L’intento è quello di mostrare uno spaccato di storia dell’umanità e del ruolo degli artigiani, quali detentori di un talento che ha consentito loro di realizzare oggetti, utili e/o decorativi, fatti completamente a mano o per mezzo soltanto di attrezzi manuali e che comunque, nell’intenzione, erano adatti ad un preciso scopo d’uso. Questa relazione, così intesa, che mira a mettere in evidenza le vicende storiche ed umane degli artigiani, si articola nei seguenti capitoli: 1)la preistoria, 2) La storia antica, 3) La Grecia, 4) Roma, 5) Il medioevo, 6) Dal ‘500 in poi, 7) La situazione dell’Italia meridionale, 8) ‘800 e artigiani in Calabria Citra.

Nella seconda parte, dal titolo LA PAROLA  AGLI  ARTIGIANI, i rappresentanti dei mestieri oggi più comuni, raccontano, uno per settimana, la loro esperienza di vita professionale e il loro punto di vista sul futuro, anche con riferimento all’impatto dell’intelligenza artificiale sul mondo del lavoro. Ovviamente i protagonisti dei seminari settimanali sono tutti personaggi della fantasia dell’autore: 1) Domenico Crescione (falegname),  2) Attilio Cannizzaro (Vasaio), 3) Michele Rotella (fabbro), 4) Filippo Barci (Sarto), 5) Simone Scarpetta (Czlzllaio), 6) Elio Trovato (Barbiere), 7) Salvo Comacino (Edile).          

-Nella terza parte, dal titolo STORIE NELLA STORIA, sono riportate le vivenze di artigiani che hanno operato in epoche molto distanti e diverse tra loro. L’autore ha raccolto le loro testimonianze, grazie ad una macchina del tempo meravigliosa, la  sua immaginazione, che ha usato facendo in modo che le loro storie, seppure avvolte nel manto nebbioso del passato remoto, fossero verosimili e sono quelle di: 1) HURR ( il primitivo); 2) BALTASAR( il fabbro di Babilonia); 3) KALOS  (il vasaio di Lipara); 4) LIBORIO (il barbiere tosatore di Roma); 5) RICO e le prime scarpe dell’anno mille; 6) ULTIMO, maestro d’ascia di Cristoforo Colombo; 7) CELESTINA e le camicie Rosse di Garibaldi.

Al termine della manifestazione di presentazione del libro, mentre era dedito a firmare felicissimo per la nutrita partecipazione le copie acquistate con dedica dagli amici e conoscenti  che hanno seguito il dibattito, abbiamo raccolto questa dichiarazione: “Mi ha fatto piacere rivedere persone che stimo e che si sono strette attorno a me nel momento in cui, con emozione, ho presentato il mio ultimo libro “I racconti degli artigiani – un viaggio nel tempo e nei mestieri”.

È un libro a cui tengo particolarmente perché tratta di un tema cruciale: ricordare l’importanza del ruolo degli artigiani nello sviluppo civile, sociale ed economico dell’umanità, dai primordi ad oggi e come tutelare la loro presenza nel mondo produttivo per preservare i loro saperi e le tradizioni che custodiscono.

Il mio non è solo un libro di storia e antropologia, ma anche di narrativa, perché contiene 14 racconti in cui faccio parlare gli artigiani delle loro storie di vita, dei loro sentimenti, delle loro emozioni e così facendo restituisco al lettore l’idea del mondo in cui hanno vissuto.

 Ringrazio tutti gli intervenuti ma in modo particolare coloro che mi hanno affiancato nella presentazione: Franco Rubino, Matteo Olivieri, Ferruccio Stumpo e Nicola Basile.  Poi un grazie particolare all’editore di BARTOLINA Edizioni Digitali e a coloro che sono intervenuti dal pubblico: Giuseppe de Bartolo, Antonello Savaglio e Francesco Bossio”.                                                                        Franco Bartucci

“I RACCONTI DEGLI ARTIGIANI – un viaggio nel tempo e nella storia”, per la Collana Risvegli della Bartolina – Editoria digitale – Pagine 169, costo 15 Euro – Il libro può essere acquistato presso le librerie Feltrinelli e Mondadori di Cosenza anche online; nonché presso l’edicola della piazzetta di Contrada Commenda di Rende.

Appunti per un mondo nuovo, il sud fra percezioni e pregiudizi

di Massimo Veltri
sul Quotidiano di oggi 16 marzo 2025 a pag. 10


Quando il parlamento italiano, le forze di maggioranza al governo in particolare, abbracciarono la svolta del federalismo regionalista lo fecero attraverso un percorso a tappe, ben cadenzato, partendo dai riferimenti internazionali più accreditati che avevano trovato una loro collocazione organica fin dentro il programma dell’Ulivo che nel 1996 aveva vinto le elezioni (grazie anche, è bene non dimenticarlo, al patto di desistenza con Rifondazione Comunista).

Era il 2001, a pochissimi giorni dallo scioglimento delle Camere, e in precedenza fra seminari di lavoro, convegni, riunioni e consultazioni che avevano coinvolto tutte le istanze periferiche dei partiti del centrosinistra per mesi senza nulla tacere o sottovalutare ognuno aveva avuto modo di obiettare, confutare, correggere l’impostazione che si era scelta per un nuovo ordine statuale potenzialmente e concretamente foriero di risultati fortemente distorcenti e penalizzanti per le regioni del sud e il paese nel suo complesso.

Ognuno avrebbe potuto, se solo si fosse presa la briga di leggere le poche righe che torcevano dettato e conseguenze del titolo V della Costituzione con un occhio scevro da condizionamenti e libero di obbedienza cieca a quanti avevano riscritto il patto di solidarietà e coesione dell’Italia. Non vigeva più il Centralismo Democratico, è vero, i partiti che avevano fondato la Repubblica non c’erano più, erano in piedi però organismi regionali e provinciali, anche nel mezzogiorno logicamente, che se pure avvisati, indotti, a dire la loro, e in più occasioni, nulla ebbero da eccepire invece su quanto si stava profilando all’orizzonte. Nè si percepì il se pur minimo segno di attenzione per la materia da parte dei membri delle assemblee elettive, regionali e nazionali, con le dovute per quanto singolarissime eccezioni, s’intende.

Si può parlare di disattenzione, di sottovalutazione, di delega in bianco nei riguardi di chi era nella stanza dei bottoni, non credo di consapevole adesione a un progetto scellerato, che premiava il nord sposando la Questione Settentrionale e umiliando il sud e il sistema Paese, ma per certo ciò non assolve nessuno né individualmente tantomeno in termini sistemici.
Cos’erano i comitati regionali, le direzioni provinciali: sedi di esercizio democratico di scelte ed elaborazioni, o piuttosto agenzie di ratifica di decisioni prese altrove e stanze di compensazione per scelte di candidature elettorale centellinate secondo il Cencelli pensiero? Semplicemente modelli funzionali alla difesa di uno schema che, di fatto era scritto, non avrebbe retto l’urto con i cambiamenti sconvolgenti ormai alle porte che avrebbero portato al populismo e al dissolvimento delle strutture portanti che reggevano l impalcatura democratica della repubblica, dato il via libera alla destra.

Ora la Questione Meridionale è relegata al più a un dibattito difensivo che ripropone antichi dualismi in chiave accusatoria e recriminatoria, autoflagellante se non accusatoria di dimenticanze e pregiudizi, di percezioni false di un sud che si vorrebbe cogliere nei suoi tratti essenziali ma si stenta a rinvenirli perché, semplicemente, non ci sono e se ci sono sono uno e cento e diecimila. Per molti aspetti eternamente uguali a sé stessi, per molti di più in continuo cambiamento ma nei quali la politica stenta assai a riconoscersi, ad essere interlocutore attivo, figurarsi regista o regolatore. Una miriade di esempi positivi, finanche virtuosi, in chiave imprenditoriale e privata, uno spontaneismo sorprendente accanto al sole, il cielo, il mare, grandi bellezze e vestigia di civiltà millenarie che fanno da pendolo alla sanità commissariata, allo scempio del territorio, all’esodo dei giovani.

È un mondo nuovo, quello che guardiamo, o si veste con abiti solo diversi, e lo si affronta con giaculatorie note o con piglio e strumenti adeguati?
Al di là di qualsivoglia armamentario retorico si voglia utilizzare è questo, qui ed ora, il quesito cui dare risposta, se se ne è capaci. 

Le erbe di San Francesco

Mercoledì 2 aprile ore 17.30 nel Museo dei Brettii e degli Enotri, nell’ambito di LIBRI IN COMUNE, presenteremo il libro
“LE ERBE DI SAN FRANCESCO DI PAOLA” di Carmine Lupia e Giancarlo Statti,un viaggio unico tra le intuizioni botaniche di San Francesco di Paola.
Saranno presenti :
L’editore Florindo Rubbettino e Nathalie Crea, che parlerà del Cammino di San Francesco di Paola.
Dialogherà con gli autori Emilio Salatino, direttore dell’ISSR San Francesco di Sales di Rende.
La moderazione dell’incontro sarà a cura di Antonietta Cozza, Consigliera Comunale con delega alla Cultura del Comune di Cosenza.
Vi aspettiamo. Festeggeremo degnamente il nostro SANTO