Nella Serata di Poesia del 22 febbraio 2025 al Caffè Telesio
Lettura e note di Luigi Mandoliti
2
Osservo con la lente, sullo sfondo,
la Porta Garibaldi, i due colori, i due
carretti e tram. E’ fiero il guidatore
impettito nella sua giacca bianca.
C’è una bambina, scura come te,
in mezzo ai binari. Chi sarà stato,
inghiottito da un secolo, l’uomo
ozioso che aspetta, dietro il lampione,
alla fermata, con le mani in tasca?
E’ forse lui quel ragazzino in un formicolio
di gente opaca e antica, sudicia,
pulviscolo umano oltre la Collegiata,
sotto il bianco della montagna,
o sul confine dove si insabbia
l’ultima carrozza sulla grafia distinta
del turista, leziosa come la sua:
“I come tomorrow. Edgar”
datato 9/10/1902
3
Chissà se l’hai incontrata in giro
quella ragazza dallo strano nome,
Leonisa, studentessa, la figlia
di tuo padre. Magari in via Lupetta,
in via Bagnera, in Santa
Maria Fulcorina, o qui al cancello
delle due farfalle.
Perché era piccola allora la città,
piccola madre in abbandono
come Agnese, piccola madre
che non ci sei più.
4 – I salesiani del ‘57
La tonaca del salesiano svolazzava
o si gonfiava come un paracadute
incongruo. Il campo era un cortile
che non finiva mai, un pavimento
duro di granito rosso
dove sbucavano folletti e un nugolo
di dribblatori dolcemente assatanati
tra un salutaris hostia e un calcio di rigore.
Oppure la cascata di palline bianche,
lo studio rallentato e la fiondata
secca, il gancio come un fulmine
che brucia la manopola, il taglio
impomatato e freddo del ganassa.
Destrezza e devozioni,
catechismo e calcioni.
Dove sei don Egidio? Dove sono
i miei gol di rapina?
Dove sono finiti, mi chiedo,
gli oratori sereni del tempo che fu?
5
Ho chiesto finalmente l’indirizzo,
il campo, la casa dei residui. Eccovi là,
riuniti, ragazzi innamorati, sorridenti
e timidi, poveri e compiti, ombrosi
eppure allegri di vita.
(…………)
a Cesare
Carissimo, mi dici che ti atterrisce,
quasi fisicamente, che ti ripugna
l’idea dell’infinitamente piccolo.
Ma come darti torto? Eppure
è solo questione di scale, rapporti, microscopi:
solo questione di noi.
Note di Luigi Mandoliti
Maurizio Cucchi, nato il 1945 a Milano, dove vive, è poeta tra i più noti dell’attuale panorama letterario italiano. Il suo esordio è avvenuto il 1976 con la raccolta Il disperso, pubblicata con la Mondadori per volontà di Vittorio Sereni. Successivamente ha pubblicato varie raccolte, ottenendo riconoscimenti e premi prestigiosi, quali il Premio Viareggio (con l’opera Glenn, del 1982), il Premio Montale (con Poesia della fonte, del 1993), il Premio Bagutta (con la raccolta Malaspina, del 2013). La sua poetica guarda a uno stile oggettivo, minimale, e ad una lingua dai toni bassi, prosastici e colloquiali, nel solco della tradizione della Linea lombarda.
Di questo importante poeta contemporaneo, Luigi Mandoliti ha proposto e letto i testi (tratti dalla raccolta Vite pulviscolari, Mondadori, 2009). Si segnala l’articolo dello stesso Luigi Mandoliti Tentazioni “metafisiche” in poesia: Maurizio Benedetti e Maurizio Cucchi , Capoverso, n. 26, Luglio -dicembre 2013.